Il dipinto The liquid state of my matter è nato in maniera spontanea, le forme sono uscite dal pennello da sole, il colore si è disposto gentilmente sulla tela, giocando con l’impasto di bianco e sabbia, senza particolari interruzioni, quasi a volermi dire : “va bene, questa volta faccio il bravo ”. Avevo bisogno che cooperasse.
Dipingere per me è diventato una cura. Mi ci sono accostata timidamente, 6 anni fa, sul pavimento del mio appartamentino in Islanda, appestando l’aria di trementina e obbligandomi a tenere la finestra aperta in tutte le stagioni. In Islanda. Andavo a tentativi; inconsciamente penso volessi trovale il mio stile, all’ epoca non mi rendevo conto. Sentivo solo la spinta ad andare avanti, mai si è palesato il pensiero di lasciar perdere, che fosse solo un’hobby. Una volta catturati dal colore non si torna indietro.
E così ho proseguito: finché non ho trovato il mio segno distintivo, fatto di figure appena accennate, forti nel colore e cangianti nella loro atmosfera sospesa: adesso vedi un volto, un momento dopo non c’è più. Mi piace pensare di saper cristallizzare l’attimo in cui la visione è chiara, lo split second in cui queste ninfe appaiono.
Essere stata invitata a partecipare a questa collettiva non solo è fonte di enorme soddisfazione (ho iniziato ad esporre ufficialmente solo nel 2022), ma mi da anche l’opportunità di approfondire sul tema La cura di sé, che ho molto a cuore.
Secondo la mia per niente scientifica opinione, la mia generazione si ritrova un bagaglio di sfide quotidiane estraneo a quelle precedenti, forse non maggiore, ma senza’ altro diverso, piú complesso, e non proprio in linea con l’uguaglianza di genere e di classe raggiunta nel frattempo. E per le donne, ragazze, bambine, la questione si complica ancora di più.
I miglioramenti ci sono stati, é ovvio, e non vanno dati per scontati: tra i tanti, uno fondamentale trovo sia la graduale perdita dello stigma sulla salute mentale, e il progressivo aumento di risorse disponibili sia online che offline, le quali possono fare la differenza per molte.
Sono fermamente convinta che ci sia un bisogno costante della cura di se, per le donne in particolare modo, e che ognuna dovrebbe poter trovare la propria formula fatta di gesti quotidiani, piccoli e non.
Personalmente trovo sollievo nel distaccarmi dagli schermi: le mie notifiche sono sempre spente, il mio telefono non vibra né suona. A volte però è necessario un allontanamento più deciso, che trovo immergendomi nella natura, facendo lunghe passeggiate oppure contemplando il più a lungo possibile il mare, un torrente o le nuvole (in Islanda anche solo 5 minuti possono essere una gran conquista).
Trovo l’acqua particolarmente lenitiva: il rumore delle onde o dell’acqua che scorre ritorna spesso alla mente, e talvolta immagino di essere sdraiata su una spiaggia, tutt’uno con l’ambiente, un impasto io stessa di acqua salata e sabbia. Oppure mi vedo con lo sguardo in su verso gli alberi, in una foresta, con il rumore della pioggia sulle foglie e sulla mia pelle, la schiena appoggiata alla terra umida, i piedi che toccano le radici di alberi antichi.
Le ninfe erano esseri in profonda connessione con gli elementi ed è questo messaggio che il mio dipinto vuole veicolare: tornare ad una connessione più significativa con la natura prendendosi cura di noi stesse, e viceversa, in un circolo che potrà essere solo virtuoso.
The liquid state of my matter rimarrá esposto da Sincresis Spazio d’Arte a Empoli, in via della Repubblica 52/54, fino al 28 gennaio 2024.
The Liquid state of my matter - painting as self care practice
The painting The liquid state of my matter was born spontaneously, the shapes came out of the brush on their own, the color placed itself gently on the canvas, playing with the mixture of white acrylic and sand, without interruptions, almost as if to tell me : “okay, I'll be good this time, I feel you need me to behave”. And it was true.
Painting has indeed become a cure for me.
I timidly approached it, 6 years ago, on the floor of my little apartment in Iceland, creating horrendous things at first, filling the air with the smell of turpentine, which forced me to keep the window open in all seasons. In Iceland. Unconsciously, I think I wanted to find my style, however I didn't realise it at the time. I only felt the drive to move forward, the thought of giving up never arose: painting was never meant to be just a hobby. Once captured by color there is no going back.
And so I continued: until I found my distinctive sign, made up of barely visible figures, strong in color and iridescent in their suspended atmosphere: now you see a face, a moment later it's no longer there. I like to think I am able to crystallise the moment in which the vision is clear, the split second in which these nymphs appear.
To get an invitation to participate in the group exhibition La cura di sé (literally: self care) is not only a source of enormous satisfaction (I only started officially exhibiting in 2022), but it also gives me the opportunity to delve a little deeper into the topic, which is very close to my heart.
In my not at all scientific opinion of a woman born in the mid 80s, my generation finds itself with a set of daily challenges that are foreign to other ones, perhaps not greater, but certainly different, and not exactly in line with the equality achieved in the meantime. And for women and young girls the issue becomes even more complicated.
There have been improvements, of course, and they should not be taken for granted: among the main ones I’d like to count the gradual loss of the stigma affecting the entire realm of mental health, and the increase in the number of free resources available online and offline, which can make a difference for many.
I am convinced that there is a strong need for self-care, for women in particular, and that each of us should have the opportunity to find that special formula made up of daily gestures, small or big.
Personally, I find relief in detaching myself from screens. Sometimes, however, more distance is necessary, and I find it by immersing myself in nature, taking long walks or contemplating the sea, a stream or the clouds for as long as possible (in Iceland even just 5 minutes can be a great achievement) .
I find water particularly soothing: the sound of the waves or flowing water often comes to mind, and sometimes I imagine myself lying on a beach, becoming one with the environment, turning into a mixture of salted water and sand. In other instances I see myself looking up at the trees, in a forest, with the sound of rain on the leaves and on my skin, my back resting on the damp earth, my feet touching ancient roots.
The nymphs are mythological beings in deep connection with the elements, and my painting wants to convey precisely that message: an invitation to return to a more significant connection with nature by taking care of ourselves, and vice versa, in a circle that can only be virtuous.
The liquid state of my matter will remain on display at Sincresis Spazio d'Arte in Empoli until 28th January 2024.
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